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La storia


 

La società Nardi viene costituita a Milano nel 1946 dai fratelli Guido e Gaetano Nardi (entrambi nati a Thiene e residenti a Milano) con lo scopo di “fabbricare e vendere giocattoli in genere”. In un’equa distribuzione dei compiti, Guido segue soprattutto la parte “progettistica” dei giocattoli mentre Gaetano cura principalmente gli aspetti “commerciali” della ditta.

                                 Guido Nardi                                                     Gaetano Nardi

La prima sede è in via Solari ma nel 1952 l’azienda si trasferisce in via Montevideo 19, in una struttura più adeguata all’aumento della produzione. Nel periodo post bellico il boom dell’edilizia, trascinando con sé tutti i settori dell’economia, favorisce la circolazione della ricchezza. I giocattoli diventano più complessi e si diffondono, in particolare, i soldatini. La produzione Nardi iniziale riguarda essenzialmente soldatini in pasta, cioè cartapesta, e statuine per presepe.

Alla realizzazione dei prototipi (in gesso) provvede il Sig. Marino, uno scultore di origini calabresi che per tutta la sua vita lavorerà praticamente in esclusiva per la Nardi, famoso oltre che per la sua bravura, per l’amore quasi maniacale con cui si dedicava alla creazione dei “suoi” soldatini, spesso dopo una scrupolosa documentazione su foto e testi storici.

Nel 1962 la sede viene spostata in via Valparaiso 4, sempre a Milano.

Dopo un brevissimo periodo di transizione durante il quale si sperimenta anche la produzione di soldatini in bachelite,

con l’avvento della plastica la Nardi lancia sul mercato i famosi soldatini “smontabili” (qualcuno afferma che siano stati proprio i Nardi i primi ad inventarli). Il successo fu travolgente e i soldatini “smontabili” e in plastica della Nardi riempirono gli scaffali dei negozi di giocattoli, dei grandi magazzini (Standa, Upim), intere  pagine sui cataloghi di vendita per corrispondenza (Vestro, La Base, Postal Market), allora molto diffusi, riuscendo in tal modo a raggiungere da Milano i paesini più sperduti della penisola italiana... e non solo! Anche i bambini di Svizzera, Francia, Germania, Jugoslavia, Stati Uniti ebbero modo di conoscerli e apprezzarli.

Gaetano Nardi (a destra) alla Fiera Campionaria di Milano

 

Gaetano Nardi, al centro, con la moglie Maria Teresa Guazzi

Nel novembre 1969, quando la produzione avviene ormai tutta con materie plastiche, Gaetano, colto da improvviso malore, muore mentre si trova nella sua fabbrica in via Valparaiso. 
Unico proprietario rimane Guido che, un anno più tardi, per motivi di salute, emancipa di fronte al giudice tutelare il figlio di diciannove anni Francesco (ancora minorenne secondo le leggi dell’epoca). Con la morte del padre, avvenuta nel maggio del 1971, Francesco diventa unico titolare dell’azienda. Sei anni più tardi associa in azienda la moglie Franca Giberti.

Francesco Nardi

 

 

E’ proprio Francesco ad imprimere una decisa svolta di vitalità all’azienda, ideando e lanciando sul mercato numerosi nuovi prodotti: i “Nardini” (Export), I Personaggi Storici, il Fortino, ecc. Mentre il giovane titolare sta attrezzando la Nardi alle nuove sfide che gli anni ’80 avrebbero posto all’ industria italiana del giocattolo, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1979 un furioso incendio distrugge gli stabilimenti di via Valparaiso. 
Il calore generato dalla combustione della plastica, dei solventi chimici e dei materiali da imballaggio deforma gli stampi in metallo dei soldatini e, cosa ancora più irrimediabile, distrugge il reparto prototipi  in gesso da cui si ricavavano i soldatini stessi polverizzando letteralmente 2500 modelli e rendendo di fatto impossibile una ripresa della produzione.

 

 

 17.04.1979

   

    

 

 

 

   

 

17.04.1979

 

Dopo il disastro – mi scrive Francesco Nardi- ci furono delle offerte da parte di  ditte estere di rilevare il marchio e cominciare una nuova produzione ma con delle condizioni che avrebbero compromesso non solo l' autonomia di scelte dell'azienda ma anche lo spirito con cui la Nardi giocattoli intendeva produrre. A volte nella vita bisogna scegliere tra ciò in cui credi o  la convenienza io ho scelto in quello che credevo, come mi aveva insegnato mio padre Guido:

Il sorriso di un bambino felice è un valore inestimabile al di là di ogni guadagno.

Francesco, con grande travaglio interiore, decide pertanto di cessare l’attività.
E’ la fine della storia per la “Nardi Italy Deposé”.
Forse l’inizio di una leggenda.

Lettera di Michele Nardi del 27.10.2010

Caro Sig. Alessandro,

 Le scrivo per ringraziarLa dell’enorme lavoro che si è sobbarcato nel creare e mantenere vivo il sito soldatininardi.it, e con lui il ricordo della Nardi Fratelli, ma soprattutto per la gioia che mi ha dato!

Ogni singola pagina trasmette tutta la passione (e aggiungerei anche tutto il cuore) che ha generosamente profuso nella Sua opera.

Scoperto il sito, ci ho navigato a lungo, leggendo ogni singola riga, osservando ogni immagine, continuamente spinto dalla curiosità di scoprire cosa mi avrebbe riservato il “click” successivo; non nascondo il lucido nei miei occhi quando, guardando le foto nella pagina dedicata alla Storia, ho riconosciuto il luogo (in famiglia lo chiamavamo “il capannone”) dove il nonno Nando (Gaetano Nardi) mi aveva tante volte accompagnato per vedere come nascevano i soldatini (e se mi ero comportato bene ne ricevevo anche uno in regalo!).

Lo scopo di questa mail meritava la prima parte e quindi solo ora mi presento: sono Michele Nardi, figlio di Guido (omonimo del socio-fratello di Gaetano) a sua volta figlio di Gaetano.

La Sua passione, come dicevo, mi aiuterà a mantenere vivi dei meravigliosi ricordi e durante il prossimo weekend accompagnerò mio figlio (intoccabile sul suo comodino un soldatino Nardi!) tra le meravigliose pagine del Suo sito, potendo così integrare tutto ciò che gli ho raccontato su quella fantastica avventura del suo bisnonno.

SentendoLa quasi parente “honoris causa”, (…) non mi resta che ringraziarLa ancora tantissimo dal profondo del cuore per le emozioni che mi ha regalato!

Con cordialità e tanta riconoscenza.

Michele Nardi   

 
Lettera di Francesco Nardi del 30.01.2013

Caro Antonio mi permetto di darti del tu, e spero che anche tu segua in futuro il mio esempio nei miei confronti perché in fondo, anche se  non ci conosciamo personalmente siamo legati da una passione comune.

Ho ricevuto la tua mail, e ho letto attentamente le tue domande a cui  risponderò cercando di aggiungere altre informazioni spero utili al  tuo lavoro.

Quello che cercherò anche di trasmetterti non si limiterà solamente  ad una serie di informazioni tecniche ma anche a ciò che si nasconde  dietro un prodotto di fantasia come un giocattolo.

In un mondo dove ormai il marketing e il profitto a tutti i costi fa  da padrone, i prodotti hanno perso quell' anima e quella fantasia che  ha caratterizzato non solo l'azienda Nardi ma colleghi come la Furga  bambole, la Trudy ecc...

Dietro ogni prodotto non c'era solo il business ma anche la ricerca  del divertimento e lo sviluppo della fantasia del bambino. Forse sto cadendo nel retorico ma reputo molto importante questo  aspetto ormai dimenticato dalla nostra attuale epoca.Mi metterò subito al lavoro per soddisfare le tue richieste sperando  di accontentarti.
Carissimi saluti

Francesco Nardi